Il Chiappo

Gianni Magni, noto ai più come "Il Chiappo", è una delle anime più colorite di Vaiano, un incantevole (affermazione di cui qualcuno potrebbe dissentire) paesino toscano.
La sua vita ruota intorno al tennis, ma non aspettatevi di trovarlo solo sul campo a dispensare consigli tecnici: Gianni è un mago delle corde! Sì, perché è un esperto incordatore di racchette.
Sposato con una donna paziente e papà di due figli che già promettono di superarlo (in tutto), Gianni è il perfetto mix di autoironia e talento.
Una sua altra grande passione: la musica, di cui si considera un cultore (e un critico spietato). Ora, però, ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura: il suo primo romanzo. Preparatevi, perché "Il Chiappo" è pronto a conquistare anche le librerie!
leggendo qua e là...
Chi sono
Quattro prove.
Non puoi sbagliare nemmeno una.
Tre... Due... Uno...
Aspetta.
Questa è la fine.
Partiamo dall'inizio.
Questo sono IO.
Mi chiamano "il Chiappo", soprannome che ho ereditato da mio padre, "il Chiappino", in Toscana un soprannome ce lo abbiamo tutti e questo è il mio. Vivo in un paesino molto tranquillo, anzi, direi estremamente noioso, e ho una moglie e due figli. Ecco il problema... LEI... che, come la maggior parte delle mogli, quando vogliono qualcosa, non te lo dicono chiaramente, ma come diceva mio babbo "ti succhiellano piano piano", portandoti per sfinimento esattamente dove vogliono loro. Correva l'anno 2019 e come ...

La mamma era una randagia, senza fissa dimora, che viveva nei campi intorno casa, ogni tanto mangiava e dormiva da noi, ma anche in altre case, io ero uno dei pochi che aveva il privilegio di poterla accarezzare senza essere graffiato. Insomma, una bastarda a tutti gli effetti!

Cattiva e manipolatrice!!
Io invece sono sempre stato buono, bravo e per niente maschilista. Solo una volta, le dissi: "Amore, mi farebbe molto piacere, se mi chiamassi mio signore e padrone".
LEI immediatamente prese lo smartphone e mostrandomi la foto di un anello aggiunse: Se per il mio compleanno me lo regali, ti chiamo come vuoi!
Feci una ricerca su internet per vedere il costo: quarantacinquemila seicento euro.
Pensai che poteva continuare a chiamarmi con il mio nome di battesimo!

La mattinata di prova è finita, tutti quelli che saranno i nuovi allievi si sono posizionati in una fila ordinata con i loro cani attendendo di parlare a quattr'occhi con il capo istruttore, mi correggo, gli altri istruttori lo chiamano: "Il KOMANDANTE".
Nell'attesa, parlando un po', gli istruttori mi spiegano che il Komandante è un ex militare al quale non piace essere contraddetto. IO e LEI ci incamminiamo verso il gazebo e arrivati ci troviamo subito davanti a lui, alle sue spalle immobili e in assoluto silenzio ci sono schierati tutti gli istruttori.
<<Chi é il padrone del cane?>> ci chiede.
<<LEI>>, chiarisco subito IO facendo un passo indietro.

Una sera rientro a casa dal lavoro, probabilmente LEI non si era accorta dell'orario, supero la taverna per entrare in cucina, quando sento qualcuno che scende velocemente le scale che dal primo piano portano al seminterrato dove mi trovo. Mi fermo di colpo preoccupato, non capisco cosa sta succedendo, ma tutto mi appare chiaro quando vedo sfrecciare LEI con la muta addosso e le pinne in mano, si fionda nel bagno e salta dentro la vasca piena d'acqua, cercando di infilarsi le pinne il più̀ velocemente possibile!
La cucciola alza le orecchie e la segue con lo sguardo fino all'entrata in vasca, poi si volta verso di me guardandomi, si vede chiaramente che cosa sta pensando: "Ma questa che cosa sta facendo?"

Dik non si accorse di niente, perché́ io ero lì accanto a lui, lo accarezzavo e gli parlavo sottovoce mentre la puntura per addormentarlo faceva il suo effetto. Fu dopo una flebo con poco liquido che vidi i suoi occhi aprirsi leggermente e diventare spenti.
Fu allora, che feci la promessa a me stesso. Non avrò più un cane in tutta la mia vita.
